domenica 3 ottobre 2010

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http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/cronaca/articolo/lstp/346922/

Allergie: i test alternativi
sono inefficaci

Il 6 per cento dei bambini sotto i tre anni di vita ha un'allergia agli alimenti: di questi quasi tutti la manifestano nel primo anno di vita

I dietologi: «Molte prove sono prive di scientificità, e portano soltanto carenze nutritive»

MARCO ACCOSSATO
TORINO

Nella lotta alle intolleranze alimentari c’è un nemico più pericoloso dell’allergia stessa: i test della medicina alternativa. Dall’analisi del capello all’iridologia, dal Vega-test a quello della citotossicità, «sono tutte tecniche che non hanno alcuna dimostrazione scientifica e rischiano solo di portare a diete devastanti e a gravi deficit vitaminici o del calcio».

Parte da Torino, dal XII° congresso dell’Associazione nazionale degli specialisti in Scienza dell’alimentazione (Ansisa), l’appello all’Ordine dei Medici perché si intervenga «contro chi utilizza metodiche non validate e si fregia dell’etichetta indefinita di nutrizionista». Riuniti per tre giorni a Villa Gualino sotto la presidenza del dottor Giuseppe Rovera, referente del servizio di Dietologia dell’Asl To1, specialisti da tutta Italia attaccano chi propone esami i cui risultati «vengono sistematicamente smentiti da verifiche scientifiche», spiega la dottoressa Beatrice Caruso, direttore del laboratorio analisi chimico-cliniche del centro universitario di Allergologia di Verona diretto dal dottor Gianenrico Senna.

La fotografia illustrata al convegno di Villa Gualino è un’analisi di tutti i test più comuni, «molti dei quali oggi si possono fare anche in farmacia». Una vera minaccia, secondo gli specialisti in Scienze dell’alimentazione.
La premessa: «Il 40 per cento degli italiani crede a tutto». Conseguenza: «L’aumento esponenziale di questi test - è convinta la dottoressa Caruso - non è il risultato di una truffa (come invece sostiene più d’uno in sala, n.d.r.), ma la conseguenza della buonafede di chi non riesce a dare risposte con la medicina convenzionale e, sotto la pressione psicologica dei malati che cercano e vogliono un perché, cerca altrove le risposte, nei test non convenzionali». Test, sintetizza la dottoressa, «che si circondano di un aura di misticismo per colmare la difficoltà di non riuscire a dare un’origine a determinate malattie e reazioni dell’organismo». Test, aggiunge, «che non partono da un sospetto clinico, come dovrebbe essere, ma cercano e accettano qualsiasi risposta, compresi i risultati cosiddetti “falsi positivi”».

Fra tutte le tecniche, è sicuramente il Vega-test l’esame «alternativo» più utilizzato: «Si basa - spiega la dottoressa Caruso - sulla lettura della resistenza cutanea alla corrente a basso voltaggio: in una mano si tiene un elettrodo a contatto con alcuni punti tipici dell’agopuntura, dall’altro l’alimento che si sospetta scateni intolleranza, e si misura la resistenza dell’organismo». Uno studio pubblicato sul British Journal of Medicine «ha dimostrato che il test non distingueva fra soggetti sani e soggetti malati neppure quando si trattava di allergie agli acari o al gatto, non solo quelle alimentari». Persone sicuramente positive o negative a un allergene, inoltre, «non sono mai state individuate da questi test».

Secondo gli specialisti al convegno dell’Ansisa «anche l’analisi del capello, pur avendo importanti e dimostrati risvolti a livello forense nella ricerca, ad esempio, di tracce di droghe da stupro o nicotina», non è invece efficace nell’indagine sulle allergie alimentari: «Non funziona!». Allo stesso modo il Dosaggio IgG per alimenti che legge la quantità di anticorpi prodotti dal sistema immunologico: «Utile nella ricerca della celiachia, non è in grado di misurare l’infiammazione quando si tratta di altre forme di intolleranza».

Tutti i test sono stati analizzati e «smontati». «Ciò che più preoccupa - è il minimo denominatore comune - è che, sulla base di certi risultati non scientifici vengono spesso eliminati dalle diete anche alimenti fondamentali. Persino ai bambini, che poi i pediatri devono curare sovente per deficit di crescita».

marco.accossato@lastampa.it
Le allergie alimentari sono una reazione immediata a un alimento, reazione scatenata dal sistema immunitario. Nei bambini la maggioranza delle reazioni è scatenata da latte, uovo e arachide. Arachide, nocciola, pesce e molluschi sono invece responsabili della maggior parte delle reazioni allergiche negli adulti. La conseguenza più grave è lo choc anafilattico, che può portare alla morte, ma esistono altre reazioni minori, benché altrettanto gravi: crisi respiratorie, sindromi gastrointestinali, reazioni cutanee. Allergie e intolleranze alimentari sono considerate come fossero sinonimi, in realtà sono patologie differenti: nelle intolleranze i disturbi compaiono dopo un certo periodo di tempo, mentre nelle allergie i problemi si manifestano rapidamente. La soluzione è l’eliminazione dalla dieta degli alimenti che scatenano la reazione.

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