sabato 16 ottobre 2010

Sclerosi Multipla

Giudicare è difficile, informarsi è doveroso.
Si può cominciare da qui
http://www.youtube.com/watch?v=rXqCjyujFzg&feature=related

domenica 3 ottobre 2010

Risposta al blog precedente

Gentile sig.r Accossato,

seguo con interesse i Suoi articoli su "La Stampa", e per un interesse anche professionale ho letto l'articolo sulla Cronaca di domenica 3 ottobre dal titolo: "Allergie: i test alternativi sono inefficaci".

E' ovvio che il Suo è un resoconto di un incontro specialistico avvenuto a Torino in questi giorni, ma ammetto che ha richiamato alla memoria un episodio di molti anni fa, che unito alla mia specifica esperienza professionale, mi ha spinto ad alcune riflessioni che vorrei sottoporLe.

Sono un Laureato in Fisioterapia e ho conseguito anni fa il Diploma in Osteopatia. Ora insegno questa materia in una delle più importanti scuole europee. Le mie riflessioni partono proprio dal fatto che il male da carenza di prove scientifiche affligge anche l'osteopatia. Per mia integrità professionale e per mia fortuna ho sempre cercato e alla fine ho trovato scuole che applicano il rigore scientifico, la validazione delle tecniche, la misurabilità e la ripetibilità alle manovre osteopatiche. Non è così per tutti, per cui l'osteopatia -come ho premesso- soffre degli stessi problemi delle scuole di pensiero di cui lei si occupa nell'articolo suddetto. Quindi scrivo per una sorta di complicità con gli esami di cui Lei parla nel suo articolo.

Ovviamente sono d'accordo con le affermazioni sulla carenza di validazioni scientifiche e quindi di prove di efficacia delle metodiche di esame talvolta usate in campo allergologico e allergometrico "alternativo", e quindi sulle scelte terapeutiche che ne derivano. Ritengo anche però che se il mondo sanitario e accademico si fossero avvicinati a queste metodiche al loro esordio in modo oggettivo, esaminando con test almeno la ripetibilità degli esami in oggetto, questi non sarebbero diventati appannaggio di figure talvolta poco chiare, e quando questi esami vengono utilizzati da personale medico o per lo meno sanitario, i risltati avrebbero condotto a scelte terapeutiche sostenute da protocolli o indicazioni validati, eliminando quegli esami risultati inutili.

Un mio docente già nel 1991 affermava che in medicina è più semplice negare che non cercare di capire.

Il problema è che poi si corre al riparo denunciando una pericolosità di cui comunque si è in parte colpevoli, e talvolta - e mi scuso per questo pensiero malevolo- si ricorre ai suddetti ripari quando l'affare è diventato un business che potrebbe fare gola allo stesso mondo che lo denuncia.

Grazie per l'attenzione e complimenti per il suo lavoro.


Articolo interessante

http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/cronaca/articolo/lstp/346922/

Allergie: i test alternativi
sono inefficaci

Il 6 per cento dei bambini sotto i tre anni di vita ha un'allergia agli alimenti: di questi quasi tutti la manifestano nel primo anno di vita

I dietologi: «Molte prove sono prive di scientificità, e portano soltanto carenze nutritive»

MARCO ACCOSSATO
TORINO

Nella lotta alle intolleranze alimentari c’è un nemico più pericoloso dell’allergia stessa: i test della medicina alternativa. Dall’analisi del capello all’iridologia, dal Vega-test a quello della citotossicità, «sono tutte tecniche che non hanno alcuna dimostrazione scientifica e rischiano solo di portare a diete devastanti e a gravi deficit vitaminici o del calcio».

Parte da Torino, dal XII° congresso dell’Associazione nazionale degli specialisti in Scienza dell’alimentazione (Ansisa), l’appello all’Ordine dei Medici perché si intervenga «contro chi utilizza metodiche non validate e si fregia dell’etichetta indefinita di nutrizionista». Riuniti per tre giorni a Villa Gualino sotto la presidenza del dottor Giuseppe Rovera, referente del servizio di Dietologia dell’Asl To1, specialisti da tutta Italia attaccano chi propone esami i cui risultati «vengono sistematicamente smentiti da verifiche scientifiche», spiega la dottoressa Beatrice Caruso, direttore del laboratorio analisi chimico-cliniche del centro universitario di Allergologia di Verona diretto dal dottor Gianenrico Senna.

La fotografia illustrata al convegno di Villa Gualino è un’analisi di tutti i test più comuni, «molti dei quali oggi si possono fare anche in farmacia». Una vera minaccia, secondo gli specialisti in Scienze dell’alimentazione.
La premessa: «Il 40 per cento degli italiani crede a tutto». Conseguenza: «L’aumento esponenziale di questi test - è convinta la dottoressa Caruso - non è il risultato di una truffa (come invece sostiene più d’uno in sala, n.d.r.), ma la conseguenza della buonafede di chi non riesce a dare risposte con la medicina convenzionale e, sotto la pressione psicologica dei malati che cercano e vogliono un perché, cerca altrove le risposte, nei test non convenzionali». Test, sintetizza la dottoressa, «che si circondano di un aura di misticismo per colmare la difficoltà di non riuscire a dare un’origine a determinate malattie e reazioni dell’organismo». Test, aggiunge, «che non partono da un sospetto clinico, come dovrebbe essere, ma cercano e accettano qualsiasi risposta, compresi i risultati cosiddetti “falsi positivi”».

Fra tutte le tecniche, è sicuramente il Vega-test l’esame «alternativo» più utilizzato: «Si basa - spiega la dottoressa Caruso - sulla lettura della resistenza cutanea alla corrente a basso voltaggio: in una mano si tiene un elettrodo a contatto con alcuni punti tipici dell’agopuntura, dall’altro l’alimento che si sospetta scateni intolleranza, e si misura la resistenza dell’organismo». Uno studio pubblicato sul British Journal of Medicine «ha dimostrato che il test non distingueva fra soggetti sani e soggetti malati neppure quando si trattava di allergie agli acari o al gatto, non solo quelle alimentari». Persone sicuramente positive o negative a un allergene, inoltre, «non sono mai state individuate da questi test».

Secondo gli specialisti al convegno dell’Ansisa «anche l’analisi del capello, pur avendo importanti e dimostrati risvolti a livello forense nella ricerca, ad esempio, di tracce di droghe da stupro o nicotina», non è invece efficace nell’indagine sulle allergie alimentari: «Non funziona!». Allo stesso modo il Dosaggio IgG per alimenti che legge la quantità di anticorpi prodotti dal sistema immunologico: «Utile nella ricerca della celiachia, non è in grado di misurare l’infiammazione quando si tratta di altre forme di intolleranza».

Tutti i test sono stati analizzati e «smontati». «Ciò che più preoccupa - è il minimo denominatore comune - è che, sulla base di certi risultati non scientifici vengono spesso eliminati dalle diete anche alimenti fondamentali. Persino ai bambini, che poi i pediatri devono curare sovente per deficit di crescita».

marco.accossato@lastampa.it
Le allergie alimentari sono una reazione immediata a un alimento, reazione scatenata dal sistema immunitario. Nei bambini la maggioranza delle reazioni è scatenata da latte, uovo e arachide. Arachide, nocciola, pesce e molluschi sono invece responsabili della maggior parte delle reazioni allergiche negli adulti. La conseguenza più grave è lo choc anafilattico, che può portare alla morte, ma esistono altre reazioni minori, benché altrettanto gravi: crisi respiratorie, sindromi gastrointestinali, reazioni cutanee. Allergie e intolleranze alimentari sono considerate come fossero sinonimi, in realtà sono patologie differenti: nelle intolleranze i disturbi compaiono dopo un certo periodo di tempo, mentre nelle allergie i problemi si manifestano rapidamente. La soluzione è l’eliminazione dalla dieta degli alimenti che scatenano la reazione.